RUBRICA: L’ATTIVITÀ DI BASE… DALLA SCUOLA CALCIO SINO ALLA CATEGORIA ESORDIENTI 2° ANNO

Presentazione rubrica a cura di Milco Castellani

MILCO CASTELLANI

Buongiorno a tutti agli addetti ai lavori e agli appassionati di questo fantastico mondo: il calcio dei bambini. Appassionati… appunto… parliamo proprio di passione, di grande passione per il più bel gioco del mondo… il calcio.

Parliamo di gran passione, la passione di insegnarlo ai bambini avendo però l’accortezza di farlo in modo pulito, genuino, trasmettendo tutti quei valori che lo sport porta con sé. Troppo spesso, purtroppo, la maggior parte di noi istruttori o allenatori attua questo delicatissimo compito non in funzione della reale crescita psico-fisica, tecnica e tattica del bambino bensì in funzione di sé stesso, alla ricerca della vittoria perché quella darà maggiore visibilità all’allenatore e gli farà fare “carriera” verso il calcio che “conta”, dove ci saranno maggiori guadagni in termini economici dimenticando però che in realtà non sta facendo il bene dei bambini.

Il calcio italiano, per i più svariati motivi, è già in crisi. Una crisi piuttosto profonda al momento, una crisi dalla quale si potrebbe uscire cambiando mentalità e provando a focalizzare in maniera diversa i veri obiettivi da raggiungere, ma non in funzione del nostro “ego” bensì in funzione dei futuri protagonisti del calcio italiano ossia i bambini di oggi che amano questo sport. Sappiamo perfettamente tutti che solo uno su alcune migliaia arriverà a giocare ad alti livelli e spesso questo avverrà sia perché il protagonista ha delle qualità coordinative e tecniche proprie, una gran passione che lo porta a credere in sé stesso e quindi a dare priorità al calcio rispetto ad altre aspirazioni e sia perché ha avuto la fortuna di avere nel suo percorso di crescita dei buoni allenatori che hanno saputo correggergli gli errori aiutandolo a diventare sempre più abile e accrescendo le sue competenze. Tanti, invece, sono meno fortunati e pur avendone la possibilità sono stati penalizzati da allenatori poco attenti alla loro crescita in funzione della vittoria che, invece, dà lustro al mister.
Non voglio aprire polemiche, ma più semplicemente invitare chi svolge questo delicatissimo compito a fare un’esamina del proprio agire, a valutare bene e con onestà intellettuale se le sue priorità sono quelle che vanno in favore della crescita dei protagonisti veri, ossia i giocatori o se, piuttosto, è alla ricerca di un percorso più breve per arrivare il più in alto possibile per gratificare la propria ambizione come allenatore dei “grandi”.

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